lunedì 20 aprile 2009

Il canto del vento

foto da google

Stamattina, nella mia solita "rassegna stampa gratuita da mezzo pubblico", ho letto di questo spettacolo in scena stasera al teatro Sistina a Roma:

"Ascolta il canto del vento - Il destino degli Indiani d'America"

Con Marialaura Baccarini, Gabriele Sabatinidi Ennio Speranza, musiche Matteo Cremolini, arrangiamento e direzione coro Roberto Colavalle, luci Maurizio Fabretti, coro I Cantori della SIAE, video-proiezioni Bruno Capasso, regia Massimo Natale, produzione e direzione artistica Gabriele Guidi, produzione esecutiva Mind & Art S.r.l.
Ingresso libero, con prenotazione: Tel: 06.42007130 - Email:
prenotazioni@ilsistina.com

Quanti fossero i Nativi americani prima della colonizzazione europea è difficile da stabilire; le cifre dell'entità dello sterminio sono ancora al centro di un ampio dibattito storiografico. Secondo le ultime ricostruzioni, quasi il 90% della popolazione indigena sarebbe morta in un secolo. Le cause di una tragedia di così ampie dimensioni sono molteplici: gli stermini perpetrati dai “conquistadores”, le guerre intestine alimentate per facilitare l’occupazione, i lavori forzati in stato di semi-schiavitù e, non ultimo, i suicidi di massa, causati dal senso di smarrimento dovuto alla distruzione della loro fede e delle loro tradizioni. Nonostante il Congresso americano abbia riconosciuto ai Nativi la cittadinanza americana nel 1924, il loro diritto ad una piena identità storica e culturale è sempre stato negato. Robert Kennedy, durante la campagna elettorale per le presidenziali, definì il trattamento riservato agli Indiani d’America “una tragedia, oltre che una vergogna nazionale”. Edward Sheriff Curtis, fotografo ed esploratore americano, dedicò gran parte della propria vita all’approfondimento delle origini e della storia dei Nativi americani, impegnandosi in numerosissime spedizioni mediante le quali riuscì ad avvicinare e fotografare un popolo il cui destino si avviava al crepuscolo. "The North American Indian", l’opera monumentale che scaturì dai suoi viaggi, fu pubblicata nel 1930, dopo oltre 20 anni di lavoro. Lo spettacolo dedicato ai Nativi americani trae spunto da documenti, immagini e testi straordinari, per lo più tratti dal lavoro di Edward Curtis, delineando un universo fatto di costumi e tradizioni, spiritualità e musica, oltre a quel meraviglioso rapporto di amore e rispetto verso la natura che, solo oggi, la civiltà moderna rivaluta come reale strumento di tutela dell'ambiente.


Lo segnalo volentieri, forse perché la storia e la situazione delle popolazioni native americane mi ha sempre affascinata, forse perché qualcuno (non sto a spiegare perché e come mai) mi ha detto che molto probabilmente sono stata una squaw in una tribù d'indiani d'america....forse perché le loro danze e le loro musiche hanno su di me un'effetto quasi ipnotico...

Per saperne di più sui nativi americani, sulla loro storia e situazione attuale, vi rimando a questo sito...ed ora un'esempio delle loro danze, buona visione!


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