lunedì 9 marzo 2009

Incontro con Butoh

fonte immagine magall

Danza Butoh.
La prima volta che mi sono trovata davanti a questa danza è stato cinque anni fa, quando durante un corso di disegno dal vero ci è stato presentato un danzatore Butho.

Non conoscevo questa danza e ne ignoravo le origini e lo stile, mentre lo guardavo danzare però ho capito che dietro a movimenti apparentemente contorti e alla sensazione di una liquidità articolare, si nascondeva qualcosa di profondo.

Il gioco per noi era. Cogli l'attimo in cui il danzatore si ferma e cogli con un tratto il senso di quello che vedi. Tanti fogli sono caduti a terra ricchi di segni tremanti, ma la luce puntata su quel corpo nudo e l'intensità dello sguardo del danzatore mi sono rimasti dentro.

Lo scorso weekend, il 7 e 8 marzo è si è danzato Butho con CORPO ACQUEO: un laboratorio di ricerca tra Danza Butoh e Danza Contemporanea con MARCELLA FANZAGA (per info marcella.fanzaga@tiscali.it oppure danvideo@tin.it)
allo IALS di Roma.

Per chi non la conosce ecco qualche info molto interessante, che ci permette di andare a fondo a questo stile... per vedere oltre al movimento o alla stasi del corpo per leggere attraverso

La danza Butoh nasce in Giappone nel secondo dopo guerra ed esprime la tragedia dell'olocausto e della bomba nucleare vissuto dal popolo giapponese. Si colloca tra i due diversi teatri giapponesi: teatro nô e teatro kabuki.

Le caratteristiche principali sono le seguenti: sospensione del tempo caratterizzata da un immobilismo quasi ieratico dove gli attori eseguono pochi movimenti lenti.

il corpo è sempre teso e contratto: le mani sono quasi chiuse a pugno, i piedi sono piegati verso l'interno, le gambe con le ginocchia piegate che si toccano o che non si toccano e il busto rivolto in avanti.

il viso, spesso ricoperto da un cerone bianco per renderlo più anonimo, esprime la sofferenza con smorfie drammatiche, le pupille degli occhi vengono alzate verso l'alto e nascoste dalle palpebre leggermente abbassate. Lo sguardo sembra perso, smarrito nel vuoto. Questi corpi che assumo posture goffe e rigide, hanno una loro sensualità e armoniosità.

Gli attori sono indipendenti tra di loro e le poche volte in cui entrano in contatto, lo fanno in modo violento. Sulla scena il silenzio degli attori è rotto solo da suoni inquientanti e ripetitivi. Gli attori giocano spesso con degli specchi o vetri, dando, il senso del doppio, dell'inganno, della trasparenza.

Lo spazio creto risulta confuso, quasi uno spazio della memoria creato da una scenografia essenziale e dall'uso del chroma key che crea sovrapposizioni e ambienti nuovi. La scena attraverso il video si rinnova, si allarga creando, in questa situazione, una sensazione di smarrimento.
Per altre info sulla danza Buto vi rimando qui al sito dell'International Dance Association.

Ecco un video, lo trovo molto suggestivo, ma... non sono dentro a questa danza quindi non posso segnalare compagnie o danzatori famosi, se qualcuno volesse aggiornarmi sarei felice di inserire le nuove info al post.

1 commento:

David ha detto...

Questo post e' molto interessante.
Il video mi ha colpito moltissimo, inquietante e affascinante allo stesso tempo. Leggendo le tue righe pero' probabilmente e' questo l'obiettivo: comunicare il turbamento attraverso il corpo.